Perego Silvio
Silvio Perego è nato a Legnano (Italia) nel 1970. Nel 2009 pubblica il suo primo libro di poesie, “Jazz” (Lampi di Stampa, fuori collana “Festival” a cura di Valentino Ronchi - finalista premio Manfredi 2009 e Città di Arona 2010) con la prefazione di Ottavio Rossani. Del 2012, il secondo libro di poesie “Gli impiegati vanno di fretta” (premio Terzo Millennio – Roma) con una nota di Valentino Ronchi.
    Nel 2010 esce la Plaquette “scampoli di vita fuori città” (con disegni originali di Gianfranco Enrietto) per le Edizioni Gattili.
    Nel 2015 pubblica il libro di poesie “una primavera all’inferno” (Prefazione di M.M. Vecchio - Ed. Lepisma – Roma.) il libro vince il Premio “tredici” indetto dal Centro Poesia di Roma e si classifica al III posto al concorso internazionale di poesia edita “sulle orme di L.S. Senghor.”
Pubblica, inoltre, i romanzi di narrativa “L’inganno” (Edizioni Progetto Cultura, Roma, 2006) e l’e-book “Cracker” per le Edizioni Haiku di Roma – 2012.
    Suoi lavori sono presenti in varie antologie poetiche fra le quali Navigando tra le parole (Il Filo, 2004), L’impronta esatta del respiro (Ed. Voci della Luna, 2007), Il segreto delle fragole (Lietocolle, 2008) e online (rainews, la poesia e lo spirito, anobii, minimumetmoralia, perigeion, l’estroverso e criticaletteraria).
    
        
            | Il suicida 
 in un baleno
 si sporse in avanti
 come un fiore appassito
 in un rimorso angelico
 e lasciò cadere ai suoi piedi
 un petalo di tempo,
 e urlò
 pianse
 cadde
 imprecò
 cercò di
 farsi notare
 ma
 era rimasto solo
 e non poteva più nulla
 se non aggiungere rimorsi ad altri rimorsi
 e spegnersi in una soffice luce blu
 com’era apparso.
 Quando riaprì gli occhi
 il mondo era uguale e
 il cielo sereno.
 Non puoi chiedere
 di più
 l’ultimo minuto
 stringe in pugno la vita intera.
 
 | Il suicida Ο αυτόχειρας
 σε μια στιγμή
 έσκυψε μπροστά,
 όπως ένα μαραμένο λουλούδι
 σε μια τύψη αγγελική
 και άφησε να πέσει στα πόδια του
 ένα πέταλο του χρόνου,
 και φώναξε
 έκλαψε
 έπεσε βλαστήμησε
 προσπάθησε να
 τον παρατηρήσουν
 αλλά έμεινε μόνος
 και δεν μπορούσε πια καθόλου
 εκτός να προσθέσει τύψεις σ’ άλλες τύψεις
 και να σβήσει σ’ ένα λεπτό το μπλε φως
 που είχε εμφανιστεί.
 
 Όταν άνοιξε τα μάτια
 ο κόσμος ήταν ίδιος και
 ο ουρανός αίθριος.
 
 Δεν μπορείς να ζητήσεις
 περισσότερα.
 Την τελευταία στιγμή
 σφίγγει στην πυγμή του όλη του τη ζωή.
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            | se vuoi essere un poeta
 a G.S.
 
 mi hanno detto
 che per essere un poeta
 occorre sapere il nome delle piante e dei fiori
 i movimenti dei pianeti
 
 per essere un poeta
 devi lasciarti travolgere dalla realtà
 e stringere i denti tutte le volte che devi
 
 per essere un poeta devi lasciare da parte la vergogna
 e non devi accettare compromessi
 
 mi hanno anche detto
 che se vuoi essere un poeta
 devi mangiare la merda
 e lasciarti accompagnare alla fine della notte
 a vedere sorgere l’indifferenza della gente
 e pentirti per loro
 | siete sordi? 
 ma siete sordi? siete diventati tutti sordi?
 non sentite le grandi fabbriche chiudere i loro cancelli?
 non avvertite la congiuntura economica che si stringe
 intorno a noi?
 non sentite il predicatore che predica senza conoscere?
 o il lampo balenante della democrazia che si spegne a terra come una cicca?
 non sentite perché non volete sentire come
 non mi sentite nemmeno mentre ordino McRoyal cheese menù per l’ultima volta
 nella vita.
 
 perché negarlo? per cosa?
 io sono qui che scrivo poesie
 i poeti dovrebbero camminare per grandi boschi verdi e perdersi
 per poi tornare al mondo
 tra la gente della sera
 e tenere il cranio tra le mani fermo in un ronzio
 sbronzi;
 questo si dovrebbe essere e buonanotte a tutti
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